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12/09/2020 - ESCURSIONE A CENCELLE SECONDA PATRIA CIVITAVECCHIESE - A SEGUIRE CENA IN AGRITURISMO LOCALE SABATO 12 SETTEMBRE 2020
Tema …“Tiburzi 2020 … diamoci una contatina.Bacchette … zaino in spalla”Signori Tiburziani, nell’imminenza della stagione trekkistica “Settembre 2020 - maggio 2021”, tra obbligati e non graditi slalom entro meandri di ordinanze ministeriali, farcite di “Grida, Visto che … tenuto conto di … Si dispone che ed altre imposizioni varie” …alla luce di più o meno “giuste” precauzioni comunico ufficialmente la prima uscita del Gruppo, da me fissata per …
Sabato 12 Settembre 2020 - RITROVO PARK TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA - PARTENZA AUTO PROPRIE ORE 16.00 PRECISE
QUANTO AL COVID E SUE IMPLICAZIONI … PREMETTO CHE L’USCITA E RELATIVA CENA VERRANNO EFFETTUATE PREVIO PRELIMINARE IDENTIFICAZIONE DI CIASCUNO ALLE QUALI SONO AMMESSI ESCLUSIVAMENTE REGOLARI ISCRITTI AL GRUPPO. DEROGHE EVENTUALI, CONSENTITE PREVIA RICHIESTA DA INVIARE AL SOTTOSCRITTO
Programma ed indicazioni di massima
Ciò premesso, in attesa di vostre comunicazioni riguardo l’iniziativa proposta, vi invio i miei residui salutoni estivi, con la mente rivolta al pensiero di potervi rivedere immersi nei nostri “panni” da escursione, nei più congegnali luoghi sereni. Ivano del Tiburzi.
Documenti sul sito La storia di Cencelle ha inizio nell’anno 854; nello stesso anno in cui l’abitato di Centumcellae (Marina) venne danneggiato e definitivamente distrutto dai saraceni che ormai imperversavano su tutta la costa tirrenica, rendendo impossibile abitarlo per le frequenti scorrerie. Fu così che l’antica e bella città di Centumcellae, edificata nel II secolo d. C. nelle vicinanze del porto di Traiano, venne abbandonata dai suoi abitanti che trovarono rifugio in una città completamente nuova voluta da papa Leone IV. Questa città, costruita in tempi brevissimi nell’entroterra, su precedenti emergenze storiche etrusche, fu inizialmente denominata Leopoli, in onore del suo benefattore. Ma subito dopo fu rinominata Cencelle, per volere dei suoi abitanti, in ricordo della loro città natale. Nonostante la sua favorevole e sicura posizione, Cencelle fu ben presto abbandonata dalla gran parte dei suoi abitanti che preferirono tornare nel luogo di origine non appena la pressione saracena sulle coste si fece meno pesante. Così, un certo ritorno alla vecchia città risale al 15 agosto 889, dopo appena 35 anni dalla fondazione di Cencelle. Il futuro apparteneva a Civitas Vetulas, nata dalle rovine di Centumcellae, che dava così inizio alla storia dell’attuale Civitavecchia. Mentre Cencelle, man mano sempre più abbandonata, condusse fino al XV secolo un’esistenza sempre più stentata. Offuscata dalla vicina e potente Corneto (attuale Tarquinia), con la quale ebbe sempre difficili rapporti, la cittadina passò spesso di mano in mano a varie signorie, barcamenandosi tra la politica soverchiante del secolare papato e dei potentati. Cencelle divenne proprietà dell’Abbazia di Farfa nel X secolo. Acquistata da Viterbo nel 1220, per passare poco dopo sotto la giurisdizione della Chiesa. Agli inizi del XIV secolo venne sottomessa a Corneto ma, quasi alla fine dello stesso secolo, fu proprietà prima di Ludovico Vitelleschi e poi di Giovanni Sciarra di Vico. Ormai vicina alla decadenza Cencelle torna sotto la Chiesa agli albori del XV secolo. Da ora in poi non c’è praticamente più storia: completamente in rovina il borgo diventa luogo di spoliazione di materiale da costruzione e, man mano, una grande tenuta agricola, preda dell’abbandono dal distruttivo latifondo. La cittadina era protetta da una cinta di mura, interrotta da diverse torri di guardia rettangolari, mentre l’accesso al borgo avveniva mediante tre porte attraversate da altrettante strade. Oltre alle abitazioni e ai palazzi del governo, contava ben 5 chiese (Sant’Andrea, San Pietro, San Giacomo, Santa Maria in Valle e San Giovanni). Alcuni tratti delle mura sono ancora intatti, soprattutto nelle parti che riguardano le torri costruite con due materiali diversi: la parte inferiore in tufo (già presente in epoca etrusca) e quella superiore in pietra calcarea. Facendo il periplo delle mura si può scorgere l’arco di una delle tre porte con ancora ben conservato un alloggiamento del cardine. Portandosi al centro del borgo si possono notare le mura perimetrali delle abitazioni che affiorano tra l’erba. Durante la visita non sono sempre ben distinguibili i periodi storici dei vari monumenti dato che nel corso del tempo diverse sovrapposizioni ed adattamenti hanno sconvolto sia il tessuto urbano che le caratteristiche proprie del centro abitato. Ben distinguibili nel lato che dà verso il mare sono le mura di una chiesa mentre verso il centro, nel punto di maggior elevazione si possono notare i resti di due torri presumibilmente facenti parte di un edificio pubblico amministrativo. Lungo la strada principale, disposta in direzione est-ovest (Decumanus) e alla sua ortogonale in direzione sud (Cardo), sono disposte le case appartenenti al primo nucleo abitato. Di questi edifici, più o meno grandi, se ne possono ancora osservare i recinti delle fondamenta semisommersi dalla vegetazione. Purtroppo, in epoche passate, molto del materiale utilizzato per costruire la città fu asportato per la costruzione di altri edifici sia a Roma che in altre parti d’Italia. Questi continui prelievi hanno impoverito non poco il sito, all’epoca dei fatti, il materiale edile era molto scarso, molto costoso, quindi veniva reperito spoliando costruzioni abbandonate. Se in passato sono stati asportati marmi pregiati dal Colosseo e da altre imponenti costruzione romane antiche, possiamo benissimo immaginare la mancanza totale di scrupoli nel depredare una città immersa nelle campagne, che versava, tra l’altro, in completo stato di abbandono. Nonostante questo la visita di Cencelle risulta ugualmente interessante ed anche, sotto certi aspetti, velata da una certa patina di nobiltà. Possiamo ammirare l’assetto urbano di una città medievale, giunto quasi intatto da rimaneggiamenti, oltre il secolo XV e fino ai giorni nostri. Il colpo d’occhio più bello si può avere guardando l’antica città in tutto il suo insieme. Basta allontanarsi un po’ ed osservare la collina nella sua interezza per aver subito presente come doveva apparire la città in pieno medioevo. Chi arrivava a Cencelle trovava davanti ai suoi occhi una città circondata da possenti mura simili a quelle che possiamo ancora osservare a Monteriggioni, splendido borgo vicino Siena.
Curiosità L’”Optimum Consilium” Un’antica leggenda ci narra che poco prima del ritorno alla città natia (15 agosto 889) gli abitanti di Cencelle si riunirono in consiglio sotto una grande quercia. Un tal Leandro, un vecchio marinaio membro del consiglio, esortò e convinse i cittadini a tornare nel luogo di origine. Il suo proposito fu accettato da tutti che lo ritennero un Optimum Consilium. Ancora oggi infatti, sullo stemma della città di Civitavecchia appaiono le iniziali O.C. poste a fianco di una quercia luogo in cui avvenne il leggendario discorso di Leandro agli abitanti di Cencelle nel lontano 889.
Risultanze archeologiche La fortuna storica nel tempo del colle ove venne posizionata la medievale Città oggi chiamata Cencelle ed una volta Centocelle e Leopoli, va senza dubbio individuata nella sua felice esposizione geografica e climatica. Dall’essere posta a controllo della fertile vallata terminale del fiume Mignone, circondata in parte dal fosso della Melledra e soprattutto di essere situata a poca distanza dall’ acqua sorgiva del colle di Ripa Maiale. Sono ancora visibili elementi (lung, 46cm, larg. 37x33 cm, anima cm12,50), reperti altomedievali ottimamente scalpellinati allo scopo di essere innestati gli uni sugli altri e parti integranti dell’acquedotto che univa Ripa Maiale con la Città di Cencelle. Attorno alle sorgenti, elementi del passato, ci doveva essere una stipe votiva a giudicare dai numerosi frammenti di ceramica Protostorica ivi rinvenuta. Ogni eventuale ulteriore esatta ricostruzione storica è stata vanificata dall’opera devastatrice degli scavatori clandestini. Indubbiamente le risultanze archeologiche più interessanti della zona sono costituire dal rinvenimento di migliaia di strumenti litici recuperati nell’area di Ripa Maiale. La selce qui presente è resistente, colorata e unica nel suo genere e con essa sono stati prodotti e rinvenuti strumenti che ci riportano nella Preistoria del paleolitico-inferiore. Presenti in terra schegge di tipo levalloisiano, raschiatoi musteriani, lame, grattini, numerosi nuclei e scarti di lavorazione. Presumibile in loco era presente una stazione, a giorno, che forniva la materia prima alle zone limitrofe provocando lo svilupparsi dei primi insediamenti, commercio ed interrelazioni sociali. Va anche registrato che gli strumenti litici rinvenuti erano presenti in quasi tutti i siti che circondano il colle di Cencelle come, ad esempio, Campo Reale, dove è stata riconosciuta un’amigdala e recuperata una bella punta di freccia tra i frammenti di ceramica databili al Neolitico. Ma l’emergenza archeologica più consistente è costituita dalle mura di cinta della Città che sono state messe in opera seguendo l’andamento del terreno sui cui poggiano. Sorse cosi, entro un perimetro di 700 metri, guardata da mura con sette torri angolari, aperta da tre porte e ricca di Chiese. Cencelle la Città degli sfollati dal mare, così veniva in seguito ricordata, dagli abitanti della primigenia città. Risulta evidente che le mura della Città hanno subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, nel lato settentrionale di queste è possibile osservare che una parte è stata costruita in maniera diversa dalle altre. Cioè presenta un allineamento di tufi senza la necessaria malta. E’ evidente quindi che questo tratto delle mura risale all’epoca etrusca. Uno studio finalizzato potrebbe dare risultati sorprendenti. Questa è la più o meno eloquente sintetica relazione sulle origini della Città. Il primo documento che potrebbe essere accostato alla Città di Cencelle risale al VII secolo. Quanto alle precedenti esistenze di Cencelle, nel registro di Cencio Camerlengo è testualmente riportato quanto segue: “Onorio I (625-638) commisti Gandisio notario et Anatolio Magistro militum regendam Civitatem Neapolitanam cum omnibus sibi pertinentibus, positam territorio Centumcellensi”. In sostanza il documento attesta la presenza di una Nuova Città nel VII secolo forse costruita sulle rovine di una Vecchia Città. Nel medio evo l’originaria e romana Centumcellae e Cencelle vissero contemporaneamente e, ciò, ha indotto storici ad una certa confusione nell’attribuire i documenti all’una o all’altra Città. La romana Centocelle fece parte del Ducato Romano e, secondo Procopio da Cesarea, fu grande e popolosa. La svolta storica che decise le sorti della Città avvenne nel IX secolo, come già detto in premessa, quando cioè le incursioni saracene si fecero sempre più dure ed intense. Nell’813 Centocelle (Centumcellae marina) fu presa e devastata ed i suoi abitanti scampati si rifugiarono nell’entroterra, sfuggendo ai Saraceni che, come cavallette, invadevano e distruggevano le coste marittime. Secondo il Liber Pontificalis , Leone IV (847-855). mosso a pietà dei profughi, decise di costruire una nuova Città in un luogo più sicuro. Dopo un sogno rivelatore (*?), nel quale Leone IV vide la località ove ubicare la futura cittadina, in seguito identificata da tal Pietro, Capitano della Guardie Papaline, incaricato nella ricerca del Colle ove sorgerà Cencelle. Il luogo era lontano dal mare, dalle incursioni saracene, nascosto e provvisto d’acqua. Nelle intenzioni papali, la costruenda cittadina si sarebbe dovuta chiamare Leopoli in suo onore. Sembra che già, nell’854, il Papa benedicesse le mura di Cencelle ed in seguito facesse doni alle Chiese di S.Pietro e S.Leone. In realtà va riportata anche un’altra possibile storia, piuttosto valida. Ovvero la costruzione di Cencelle, fu voluta da Leone IV, non per proteggere gli abitanti di Centumcellae dalle orde saracene, bensì per costituire una fortificazione, un certo baluardo, che ostacolasse la penetrazione all’interno del territorio dello stato pontificio di questi invasori, seguendo il corso del Fiume Mignone. Via che avrebbe consentito di raggiungere altri centri abitati dello stato pontificio. (*?) Sicura leggenda metropolitana
Vanì, 26 agosto 2020
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